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SIO, DA SCOTTECS A TOPOLINO

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Simone Albrigi, a cinque anni sognava di disegnare fumetti. Oggi è il più popolare tra i fumettisti italiani attraverso i canali YouTube e altri social e il suo Scottecs magazine. In attesa di realizzare un cd con le parodie di grandi successi internazionali e il suo primo videogame, è approdato al suo primo traguardo: disegnare Topolino. di Alessandro Biondi

 

Nato a Verona, ventisette anni, Simone Albrigi detto Sio è il nuovo astro nascente dei fumetti italiani. I suoi personaggi sono divertenti, ironici, intelligenti, imprevedibili e “smart”. Nascono per confluire su YouTube, Facebook, Twitter e Instagram e, subito dopo, attraverso libri e Scottecs magazine, il suo vero e proprio “giornalino”. Scrive storie per Topolino, da sempre il più importante fumetto in Italia. Le sue parodie dei successi internazionali sono la colonna sonora dei bambini e dei ragazzini, grazie a un linguaggio “nuovo” e esilarante.

Impossibile non imbattersi nel video della parodia della presentazione dell’iPhone: i suoi disegni animati uniti alla sua voce creano un mix di risate e riflessioni. Itaeventi lo incontra a Verona, anche se da poco vive a Venezia, in sella a un prototipo di bicicletta “piegabile” e ai suoi due inseparabili laptop e l’immancabile zaino. La sua immagine è quella di un cittadino del mondo o, se preferite, un piccolo marziano.

Intervista a Simone Albrigi

Ecco l’insolita prima domanda: anche se il focus sono i fumetti ha ottenuto un grande successo con il suo canale YouTube per le parodie delle hit internazionali, ad esempio Adele ( “Hello” diventa “Ciaone”) e Daft Punk, oltre che per alcuni brani inediti (“Cactus su uno skateboard”). Per non parlare delle collaborazioni con artisti affermati (Elio e le storie tese, Lo stato sociale). Non sarebbe l’ora di pubblicare un cd? Nelle scuole elementari i ragazzi sanno tutti i brani a memoria…

Vero, Elio e le storie tese mi hanno contattato per fare il video di “Luigi il pugilista”. Le parodie delle canzoni sono realizzate con Google translate e in parte con mie “aggiunte”. È importante che la traduzione di Google sia divertente altrimenti rinuncio a fare la parodia. Alla pubblicazione di un album ci ho già pensato, sono già in contatto con una casa discografica. Ma la mia priorità, almeno in questo momento, sono i fumetti. L’anno scorso la priorità è stata iniziare, quest’anno sarà “espandersi”. È importante per me concentrarmi principalmente sul fumetto, tutte le altre cose mi divertono ma vengono dopo.

Ci racconta quando è nata la passione per il fumetto e quando si è trasformata in un vero e proprio lavoro?
Tutto è cominciato con Topolino. Quando avevo cinque anni ho iniziato a leggerlo e un anno dopo avevo già deciso di diventare un realizzatore di fumetti.

Quale dei personaggi di Topolino l’ha ispirata di più?
Paperino da subito; Paperinik e Pk nella mia adolescenza. Ho conosciuto il loro staff di disegnatori e ho fatto una cena con loro durante la fiera Lucca Comics ed ero imbarazzatissimo, circondato da tutti questi “mostri sacri” della mia infanzia. È bellissimo vedere che sono delle persone meravigliose.

Cosa si prova ad aver realizzato il proprio sogno di bambino?
Sono la persona più felice del mondo. Sto facendo esattamente quello che volevo da bambino.

Quando ha iniziato a fare qualcosa di concreto nel mondo dei fumetti?
Alla scuola elementare. Mi facevo dare dei diari in più – perché ne distribuivano alcuni gratis a scuola – e in questo modo ne tenevo uno per i compiti e uno per disegnare i fumetti. Alle scuole elementari ero uno studente abbastanza bravo e disegnavo fuori dalle ore di lezione. Andando avanti con l’età ho disegnato “anche” durante le ore di insegnamento. Fino all’iperbole di fotocopiare una rivista che mi autoproducevo nelle ore di lezione alla scuola superiore, dicevo sempre ai professori che dovevo andare in bagno (ride, ndr).

I personaggi dei suoi primi fumetti sono quelli che conosciamo oggi o altri?
L’uomo Scottecs, l’uomo lumaca e l’albero saggio sono sempre stati il nucleo dei miei personaggi. L’uomo Scottecs è quello a cui sono più affezionato.

I suoi genitori la incoraggiavano?
Mi sostenevano e mi facevano anche qualche complimento. Io, nel frattempo, ho detto loro che andavo a laurearmi in lingue orientali, giapponese per la precisione.

Perché proprio il giapponese? Per i manga? Per Mazinga e Goldrake? Lupin?
No, Mazinga e Goldrake non mi è mai capitato di vederli, sono della generazione sbagliata; Lupin invece si. E anche per i manga e anime. Soprattutto perché mi piacciono le lingue. Il ragionamento era più o meno questo: non posso fare fumetti subito e la scuola internazionale di Comics costa cinquemila euro all’anno (e non ne dispongo). Oggi di scuole di fumetto ce ne sono oltre diciotto, in molte città. Quindi mi son detto: vado – intanto – a studiare all’Università. Cosa scegliere? Giurisprudenza no, Economia & commercio? LOL (risata negli emoticon, ndr), arte e lingue anche si. Io volevo fare i fumetti ma non studiare arte, al massimo tantissimi fumetti.

Non ha ancora citato la Marvel…
Sono a secco dei fumetti Marvel, zero. Tanti della mia generazione leggono questi fumetti ma io, non avendo mai avuto molti soldi in tasca, ho fatto una scelta e prendevo solo fumetti Disney e qualche manga. Mi ha anche un po’ allontanato la parte relativa ai contenuti, questi universi paralleli: mi piace leggere una storia non appesantita da universi paralleli.

Alla fine quale Università ha scelto?
Lingue e letteratura orientale. Durante l’Università son andato a studiare tre mesi a Sapporo in Giappone dove la vita non costa come a Tokyo, soprattutto l’affitto di una casa. Volevo imparare soprattutto la lingua, adoro sia l’inglese e il giapponese che parlo correttamente. E insegnavo in sei scuole – tra queste anche un asilo – inglese e italiano ai giapponesi. Ho anche aggiustato computer nel frattempo. Poi dopo l’Università son tornato in Giappone e lì ho aperto il mio canale YouTube.

Quanti follower ha oggi su YouTube?
Un milione.

Li stessi di Favij.
No, lui ne ha un milione e mezzo. L’ho conosciuto ed è una persona in gamba e poi lavora come un mulo, tantissimo.

Oltre alla parodie delle hit musicali cosa ha iniziato a postare su YouTube, le strisce di fumetti?
Attenzione: la striscia cosiddetta è composta da tre, quattro vignette, il fumetto è tutto quello che comprende le vignette stampate. All’inizio sul canale di YouTube proponevo cose indefinibili: video con vignette non animate. Poi i corti di animazione.

Ad esempio la parodia della presentazione del nuovo iPhone, veramente esilarante.
Si, comunque delle animazioni. Prima di YouTube ho aperto un blog di fumetti nel 2006. Nel 2008 ho ricevuto la telefonata delle edizioni Schockdom dopo che ho fatto parte di Nuvole elettriche, un circuito di webcomiche italiane. Grazie a un accordo di Nuvole elettriche con Schockdom è venuto fuori che il mio lavoro piaceva molto e mi hanno chiesto di pubblicare qualcosa di monografico. E tra le altre cose non cercatela perché è bruttissima (ride, ndr).

La verità è che lei non è mai soddisfatto dei suoi lavori, vorrebbe sempre migliorarli come tutti i perfezionisti.
Infatti è appena uscito Scottecs magazine n.5 e già lo odio. Quando sono tornato dal Giappone in Italia ho scoperto che con YouTube avevo un feedback di migliaia di persone e così ho deciso di pubblicare ogni giorno  una striscia su Facebook. E da due anni mantengo l’impegno. Dal Giappone non riuscivo a rendermi conto del seguito ma una volta rientrato in Italia ho trovato duecento persone alla presentazione di un mio libro, per molto tempo eravamo al massimo in tre.

Significa aver avuto tenacia e costanza fuori dal comune; evidentemente ci credeva molto nel suo talento.
Io sapevo che avrei fatto questo. Mi sono solo stupito di quanto sia avvenuto in fretta.

Quando è arrivata la chiamata dalla redazione di Topolino?
Con un approccio online con Tito Faraci, storico disegnatore dell’albo. Avevo fatto una piccola intervista sul web nella quale parlavo di Ridi Topolino, una collana interamente disegnata da Faraci: era superdemenziale ed è una delle cose che più mi ha influenzato nella mia carriera artistica. Mi diverto tantissimo a fare i fumetti per Topolino. Hanno pubblicato a novembre anche un albo chiamato “Topolino incontra Sio”!

Su YouTube ha aperto anche un altro canale chiamato Bonsai con una serie di storie brevi.
Dunque, le fiabe brevi le facciamo io e Francesco Muzzopappa, lui le scrive e io le animo e metto la voce. Bonsai Tv è il canale del mio network, ci fa avere anche qualche pubblicità e qualche soldino.

Produce guadagni il canale di YouTube?
Diciamo che è sempre più difficile: la quantità di valore che crei per YouTube è estremamente sproporzionata rispetto al ritorno economico. È ancora più difficile per chi fa animazione: per produrre un minuto di animazione ci metti una giornata intera. Per YouTube la metrica più importante è la quantità di tempo che le persone passano sul canale. Quindi se un video è lungo è meglio mentre i miei sono tutti cortissimi. Parlavo l’altro giorno con lo staff del mio network americano (il mio canale inglese) e mi spiegavano che i miei video producono grande engagement.

Sta cercando di “fare il botto” anche all’estero?
Certamente! È il progetto a lungo termine.

Per farsi conoscere è più funzionale YouTube o Facebook, Twitter o Instagram?
Per raggiungere il pubblico YouTube e Facebook insieme. Preferisco Instagram a Twitter, c’è un engagement pazzesco! Se sul mio profilo Twitter (30.000 followers) posto qualcosa di molto figo ho magari centro re-tweet o like mentre sul profilo di Instagram (25.000 followers) se posto una foto ho un feedback di oltre duemila like.

Poi ci sono i suoi libri e il magazine Scottecs, arrivato al quinto numero.
Ho fatto diversi libri di fumetti oltre a pubblicare il trimestrale Scottecs magazine. Ci metto un mese a completarlo. Inoltre sono in preparazione due progetti ma super-segreti.

Ha uno zaino con due computer, qualunque luogo può essere il suo “ufficio”?
Esattamente. Ho un piccolo Mac e un altro computer per disegnare, posso fare tutto in un luogo qualunque.

Si è mai ispirato ad alcuni modelli di fumetti italiani?
I miei punti di riferimento sono Tito Faraci e Silvia Ziche dal mondo Disney. Un fumetto che mi piace molto è Calvin & Hobbes di Bill Watterson.

La comicità di Calvin & Hobbes è molto sottile, delicata. E ha molti livelli di lettura.
È proprio per questo che mi piace: riuscire a fare quel tipo di umorismo che colpisce esattamente dove vuoi tu. Essendomi innamorato soprattutto del formato striscia Calvin & Hobbes è insuperabile. Il mio obiettivo è riuscire a diventare Bill Watterson da grande.

Ci sono altri disegnatori contemporanei in Italia che le piacciono?
Daw ovvero Davide Bearardi.

Mentre in Francia da molti decenni il fumetto è sempre stato considerato cultura esattamente come un romanzo in Italia questo “salto di qualità” è avvenuto solo recentemente. E le fiere del fumetto sono gremite di pubblico.
Adesso in Italia c’è una fiera del fumetto quasi ogni settimana. Comicon di Napoli è una di quelle che sta crescendo di più, in una location bellissima e ottimamente organizzata. La fiera di Lucca è una cosa a parte, è diventata un vero e proprio punto di riferimento per indie e mainstream.

Qual è il suo prossimo goal?
Finire il mio primo videogioco, Super cane magik Zero. Lo stiamo preparando e, nel frattempo, sono uscite alcune realease per computer. Una volta compiuto uscirà su tutte le piattaforme possibili: Wii, Playstation, Xbox etc.

Il suo desiderio principale è quello di far uscire il bambino che si nasconde in ognuno di noi?
Quando mi dicevano tutti “guarda che poi si cresce, si cambia” io rispondevo sempre “io non voglio cambiare”. Voglio continuare a divertirmi. E, incidentalmente, succede che faccio divertire anche molti altri. A me piace stare a casa a fare i fumetti.

Il sito Ufficiale di SIO

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