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SONIA PERONACI, UNA VITA COLOR GIALLO ZAFFERANO

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L’idea vincente e lungimirante di Sonia Peronaci di Giallo Zafferano oggi è una realtà con numeri impressionanti sul web sconfinata in una serie di libri e una trasmissione televisiva. E nei momenti di relax non si fa mai mancare un piatto di spätzle. di Bruno Quiriconi

 

L’intervista a Sonia Peronaci di Giallo Zafferano

Un percorso iniziato per puro diletto?

In realtà non solo; io e Francesco – il mio compagno – abbiamo unito una passione comune per il cibo e per il web. Abbiamo immaginato qualcosa che potesse diventare il nostro futuro lavoro: il web nel 2006 non era ancora un business come oggi; noi avevamo già una visione di quello che sarebbe potuto essere GialloZafferano e siamo ufficialmente partiti il 6/6/2006.

Più che una data casuale pare un trattato di Cabala.
Esatto (ride, ndr). Il supporto sul web me l’ha dato il mio compagno, che aveva già all’attivo il sito più importante sul fisco – del resto faceva il commercialista -, quindi aveva un discreto know-how. A lui l’hardware a me il contenuto: cibo e cucina.

Una coppia che condivide il lavoro ha una marcia in più?
Sono assolutamente convinta di questo. Tra l’altro non siamo solo una coppia perché anche nostra figlia Debora lavora con noi già dal progetto iniziale.

Sembra davvero la storia del “mulino bianco”, rallegramenti!
È vero! Ci credevamo tutti quanti. Mia figlia, quando abbiamo iniziato, aveva 22 anni: insieme a me si è occupata – da subito – dei contenuti. Nel frattempo il mio compagno si dedicava all’indicizzazione e al Seo (il posizionamento dei link sui motori di ricerca, ndr) e seguiva, attraverso un programmatore, l’impaginazione del sito.

Il primo input è stato proporre le ricette?
La prima cosa che ci è venuta in mente guardando i contenuti sul web, nel 2006, è stata la pessima raffigurazione delle ricette: non c’erano immagini, foto, video, dettagli ma solo qualche dato dozzinale. Ricordo che parliamo di un periodo ancora lontano dall’esplosione dei blog. Mancava, inoltre, completamente la spiegazione visiva della preparazione di un piatto: se ad esempio volevo fare una gubana, un dolce tipico friuliano, non trovavo nulla in rete.

Quindi all’inizio il blog aveva un profilo soprattutto divulgativo.
Senza dubbio. E anche di avvicinare le persone che non sapevano cucinare mostrando loro la preparazione, le immagini e il percorso per fare un piatto. Con una specifica: noi siamo molto pignoli con le dosi, non usiamo le frasi “quanto basta”, “a piacere”, preferiamo essere precisi indicando la giusta quantità e i tempi di cottura. Anche nella preparazione non diamo niente per scontato: non troverete mai la frase “con la crema pasticcera” ma “come fare la crema pasticcera”, con un video apposito (i video sono stati aggiunti dal 2009, ndr).

Partecipano anche grandi aziende al vostro blog?
Quando abbiamo visto che c’era una massiccia adesione delle persone e stava iniziando a funzionare bene ci siamo resi conto che mancavano gli investimenti delle aziende: nel 2006 il web non era – da loro – minimamente considerato.

E non c’era Masterchef, la grande ondata mediatica degli Chef e tutto il condotto, a differenza della Francia. Vi siete ispirati oltralpe?
In realtà ci siamo ispirati a Marta Stewart e al suo sito, ci piaceva moltissimo. Non nascondo che all’inizio volevamo fare un sito che parlasse non solo di cucina ma di tutto quello che gravita intorno alla casa: la Stewart oltre alle ricette ha la sezione giardinaggio, cucito e hobbistica varia. Ma alla fine ci siamo dedicati interamente alle ricette che andavano fortissimo: per prepararle siamo in ventisette in redazione.

Ventisette persone? Possibile?
Confermo. Nel 2009 siamo stati acquisiti da un gruppo editoriale web chiamato Banzai, il quale ha finanziato una struttura nella quale rendere professionale ciò che avevamo iniziato a fare nella mia cucina. Adesso abbiamo due cucine vere, una redazione, luci, videocamere e tutto quanto occorre per i video delle ricette.

Definirvi un blog forse è limitativo… Meglio un portale, quasi un giornale.
Si. Noi nasciamo come sito e siamo esattamente come un giornale di cucina online. Abbiamo un’agenzia pubblicitaria esterna per i banner online, per valorizzare i prodotti delle aziende o fare delle videoricette apposite.

Oggi che siete diventati leader del vostro settore è possibile che le grandi aziende vi considerino insider?
Certo, succede. Spesso desiderano parlare direttamente con me per condividere la loro filosofia aziendale; quasi tutti i brand capiscono la potenzialità del web e adesso questo flusso è più semplice. Ci viene riconosciuta la qualità, l’impegno e il dettaglio nel nostro lavoro. Anche aziende poco conosciute ci affidano il loro prodotto per farlo conoscere.

Vi siete cimentati anche nella ricerca del biologico?
Ci stiamo dedicando soprattutto al mondo delle intolleranze: noi diciamo sempre di iniziare a cucinare dagli ingredienti e non dai preparati. Ad esempio consigliamo di preparare la besciamella e non di comprare quella pronta; la buccia di un limone deve essere non trattata e così via. Oltre a me ci sono dei volti nuovi nel blog, ciascuno con la sua competenza: ad esempio la cucina vegana, la cucina senza glutine, la cucina etnica e l’ultima novità è la cucina veloce che non significa cibi preparati, ma piatti da preparare in venti minuti.

Siete stati contattati da Masterchef o dalla Parodi o altre realtà televisive?
In realtà abbiamo già fatto un format televisivo – In cucina con GialloZafferano – su FoxLife, oltre 120 puntate da dodici minuti l’una facendo delle ricette con una narrazione più composita. Abbiamo anche all’attivo tre libri usciti per Mondadori, tutti andati piuttosto bene.

Sito ufficiale delle ricette di Sonia Peronaci

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