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GABRIELE MAINETTI IL SUPEREROE ITALIANO

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Lo chiamavano Jeeg Robot è uno dei grandi successi della stagione cinematografica, vincitore ai David di Donatello e ai Nastri d’argento 2016. Iteaeventi ha incontrato il regista al progetto Edison For Nature. di Bruno Quiriconi

 

“Edison aveva un progetto che voleva sviluppare e mi ha chiamato, insieme ad Andrea Segre, per sviluppare un documentario collettivo sull’energia del futuro. Il nostro ruolo e quello dei supervisori che aiutano le persone comuni a raccontare le proprie storie: anche la casalinga con una tematica da sviluppare può inviare la sua storia e sarà interessante documentarla. E un po’ lo sguardo di tutti quanti noi e riguarda tre elementi principalmente: l’uomo, l’energia e l’ambiente. Cerco sempre, nel mio piccolo, di adottare dei comportamenti sostenibili ma vorrei anche imparare di più sull’energia e cercare di raccontare con una sensibilità narrativa.

Si aspettava il successo clamoroso di Lo chiamavano Jeeg Robot?
Sono felice che sia riuscito a emozionare il pubblico; quello che mi ha sorpreso e stata l’accoglienza calorosissima di tutta la critica. Vorrei ringraziare di cuore tutti i giornalisti che hanno capito il mio film e i colleghi che mi hanno riconosciuto un premio importante come il David di Donatello e i Nastri d’argento.

I critici hanno riconosciuto al film “un nuovo linguaggio”
Il linguaggio cinematografico, per poter emozionare, e quasi sempre classico. Forse la dimensione più innovativa del film, quella che avvertivo come la più difficile da realizzare armonicamente, e stata quella di unire elementi diversi: la storia d’amore, il cinema dei super-eroi, elementi della commedia all’italiana. Passare da un nanosecondo dalle risate al dramma, con armonia. E più coraggioso. Mi chiedevo spesso se sarei riuscito a trovare una quadra, per non mettere lo spettatore in una situazione faticosa: essere catapultato da una dimensione all’altra. Volevo essere io la catapulta e prenderlo per mano per far vivere l’esperienza filmica in modo armonioso.

Il film sarà programmato anche nelle sale oltreconfine?
Il film sta avendo un grande interesse fuori dall’Italia. In Francia, in particolare, sono impazziti. C’è un aneddoto divertente che voglio raccontare. Alcuni distributori europei – esclusi i francesi, da sempre innovativi – sono impauriti. Mi dicono “ci piace tantissimo ma non sappiamo come venderlo; ci mette paura l’aspetto commerciale del film ma, nello stesso tempo, ha una sua autorialità”. Ma, alla fine, qualche coraggioso c’è: oltre alla Francia stiamo chiudendo con il Portogallo, Spagna, Germania. Il Giappone l’ha già comprato e gli americani – considerati generalmente più conservatori – l’hanno voluto dopo aver visto solo la prima stesura di montaggio.

Nell’era di Netflix preferisce lavorare a un nuovo film o a una serie televisiva?
A me interessano tutti i contenuti anche se propendo più per il cinema. Mi piace l’esperienza filmica da due ore nella quale hai l’obbligo di dover scegliere le cose più importanti da raccontare. Invece nella serie televisiva puoi dilatare tutto: mi incuriosisce la possibilità di approfondire l’animo umano dei personaggi. Per me il fulcro del regista sono i personaggi.

Sta gia preparando il suo prossimo film?
Attualmente sto scrivendone il soggetto, una vera follia! Sara un’altra cosa rispetto a Jeeg Robot. Non abbiamo ancora deciso quando iniziare le riprese, ci vorrà ancora tempo perché il nuovo film e molto complicato e necessita di una ricerca vera e propria prima di essere messo in scena. Come dicevo prima il regista e la storia che decide di raccontare. E la mia nuova storia ha bisogno di tempo, altrimenti non riuscirò a raccontarla bene.

 

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